Convertire i modelli produttivi ad un’economia circolare
è alla base di una transizione ecologica sostenibile da tutti.
Nella creazione di nuovi prodotti in acciaio, la continua riduzione dell’utilizzo di materie prime di origine naturale, congiuntamente ad attività di recupero/riciclo dei prodotti residui nei processi interni ed a pratiche di “simbiosi industriale”, costituiscono un vero e proprio obiettivo per le aziende del settore; sia per le opportunità economiche che ne discendono sia, soprattutto, per gli aspetti correlati alla riduzione dell’impatto ambientale.
L’acciaio può essere riciclato e riutilizzato grazie alla sua caratteristica di materiale permanente, capace cioè di mantenere intatte nel tempo la propria resistenza, duttilità e formabilità. Si considera che l’acciaio abbia un tasso di recupero globale pari ad oltre il 78% e il 100% dei prodotti derivati si presta ad essere riciclato.
Per l’acciaio Pittini le attività di recupero e riciclo sono rese possibili grazie ad una produzione incentrata soprattutto sulla tecnologia del forno elettrico basato sul recupero del rottame ferroso (principale materia prima classificata “End of waste”).
L’intero processo di fusione ed affinazione nelle acciaierie ha richiesto, nel corso del 2020, tra materie prime e materiali correlati, un quantitativo complessivo di 3.038.848 tonnellate di cui l’82,2% proveniente da materiale riciclato (in aumento rispetto al 78,9% del 2019).
L’iniziativa “Zero Waste“, avviata a metà degli anni ‘90 presso il sito di Osoppo, successivamente estesa anche ad altri siti produttivi del Gruppo, proseguita evolvendosi nel corso degli anni fino ai nostri giorni, si pone l’obiettivo di minimizzare gli scarti attraverso la ricerca continua della valorizzazione delle loro qualità positive, anche ricorrendo ad una apposita innovazione di processi, impianti e materiali.
Come risultato, la quota di materiale in ingresso al processo produttivo, principalmente rottame ferroso derivante da riciclo, che non diventa prodotto finito in acciaio: