Cosa ti ha spinto a partecipare a Steel Engineer?
Per chi come me, vive in regione, è quasi impossibile non conoscere una realtà importante come il Gruppo Pittini. Tramite l’Università ho avuto modo di visitare l’Acciaieria di Osoppo e, affascinata dal processo produttivo, ho perseguito l’obiettivo di entrare in azienda.
Ho partecipato a Steel Engineer perché ritenevo fosse una grande opportunità di crescita personale e professionale: simile ad un master interno all’azienda, dà la possibilità di approfondire in modo sia tecnico-teorico che pratico i processi produttivi siderurgici.
Hai messo in pratica quanto studiato all’Università?
La laurea in Ingegneria Gestionale mi ha dato importanti basi per comprendere molti aspetti affrontati nel percorso: dalla parte organizzativa, al processo produttivo fino alla parte impiantistica.
Durante “Steel Engineer” ho avuto modo di partecipare a diversi progetti nell’ambito della logistica, della lean production e dell’analisi dati, solo per citare qualche esempio.
Credo che spesso non ci si renda nemmeno conto di quanto la fase di apprendimento sia sostrato fondamentale per la comprensione e l’analisi critica di quanto avviene sul campo.
Qual è stato il valore aggiunto di questa esperienza?
La possibilità di conoscere il Gruppo Pittini a 360°, attraverso la collaborazione ed il confronto continuo con i professionisti del settore siderurgico a tutti i livelli.
Grazie a Steel Engineer ho potuto conoscere persone di grande esperienza che seguendomi e supportandomi, mi hanno trasmesso in modo a volte inconsapevole un importante bagaglio di conoscenze, quelle vere che si acquisiscono sul campo: a dimostrazione di quanto sia fondamentale l’apporto quotidiano di ogni individuo.